Rivista del Diritto Commerciale e del diritto generale delle Obbligazioni

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Annata 2021
Fascicolo 4
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I poteri sostitutivi del curatore ex art. 264 codice della crisi e dell’insolvenza * (Paolo Revigliono)

Abstract: The substitute powers of the bankruptcy administrator pursuant to art. 264 of the Crisis and Insolvency Code – The essay examines the powers that art. 264 of the Crisis and Insolvency code attributes to the official receiver. After analyzing the meaning that the new provision assumes in the context of the “company law of the crisis”, are illustrated the faculties envisaged by art. 264, 1st paragraph, their content and scope of application. Then, we proceed to examine the powers provided for by art. 264, 2nd paragraph and, finally, the profiles relating to the impugnation of the decisions of official receiver are examined in depth.  

Sommario: 1. L’art. 264 nel contesto del “diritto societario della crisi”. – 2. I poteri del curatore e la permanenza degli organi sociali. – 3. I poteri del curatore ai sensi dell’art. 264, 1° comma. – 4. L’obbligo di informazione e l’impugnabilità ex. art. 133. – 5. I poteri del curatore ai sensi dell’art. 264, 2° comma. – 6. L’informazione dei soggetti interessati e l’impugnazione delle decisioni del curatore.  

Keywords: Official receiver’s powers according to the Crisis and Insolvency codeCompany law of the crisisImpugnation of the decisions of official receiver.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 643


Recenti tendenze in tema di impresa agricola (Mattia Pompili)

Sommario: Impresa agricola. Esercizio dell’impresa da parte di un impiegato pubblico. Sussistenza del divieto di esercizio del commercio previsto dall’art. 60 Testo Unico del Pubblico Impiego. Configurabilità. Condizioni.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 757


«una sorta di crocevia di diritti diversi tra loro» ovvero la tutela della forma dei prodotti industriali (1) (Rosaria Romano)

Abstract: A crossroads of different rights: product’s shape and intellectual property regimes – The article examines the different legal techniques (copyright, design, patents, trademarks) for protecting the shape of industrial products, their overlapping and intertwining, the residual margins for public domain and competition.  

Sommario: 1. Introduzione e rilievi di metodo. – 2. Inventario delle norme in tema di proprietà intellettuale dedicate alla tutela della forma dei prodotti industriali. – 3. Il disegno industriale nella vecchia e nuova disciplina: ovvero della residualità dei criteri di accesso al diritto d’autore. – 4. (segue). – 5. La forma del prodotto nella privativa per disegni e modelli. – 6. I modelli di utilità. – 7. Il marchio di forma. – 8. La prospettiva capovolta: quel che resta del pubblico dominio.  

Keywords: Industrial designcopyrightpatenttrademark.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 785


La funzione distintiva dei marchi individuali, collettivi e di certificazione (Davide Sarti)

Abstract: The function of individual, collective, and certification marks – In the Cotton Flower and Öko-Test cases, the CJEU has cleared its view on the essential distinctive function in individual, collective, and certification marks. The Court suggests that all marks guarantee the identity of the origin of goods and services. Other functions, such as that of guaranteeing the quality of that product or service, might be fulfilled, but may not be deemed as essential even for collective and certification marks. The article suggests that the Court assumes a general essential function of guaranteeing that the marked goods or services are supplied under the control of a single decision-making centre which is responsible (not necessarily for their quality, but more broadly) for their commercial strategies of offer: provided these strategies can be appreciated and rewarded according to the preferences of the public. For individual trademarks, the strategies of offer are essentially based on the responsibility of the quality of “finished” products and services and are appreciated through direct purchasing experiences. For collective and certification trademarks, the strategies of offer may pertain to social values or standard qualities of products manufactured independently by different enterprises: in such cases, the strategy cannot be appreciated through direct purchasing experiences (which necessarily relate to the qualities of the finished product guaranteed by the individual manufacturer) and must be “set in the stone” of a publicly accessible regulation of use. According to this view, the distinctive function of the identity of origin justifies the protection of marks as a general reward for the entrepreneurial ability to satisfy the preferences of the public: a reward which is not to be made necessarily dependant on the likelihood of confusion and may confer rights on any use that takes unfair advantage of (or is detrimental to) other (not essential) functions of the mark.  

Sommario: 1. Introduzione. La necessità di ripensare i rapporti fra la funzione distintiva dei marchi individuali, collettivi e di certificazione alla luce della nuova direttiva marchi e della recente giurisprudenza della Corte di giustizia UE. – 2. La giurisprudenza Fiore di cotone ed Öko-Test e la sottostante logica di contrapposizione dei segni ad uso essenziale plurimo rispetto ai marchi individuali di raccomandazione. – 3. Fiore di cotone ed Öko-Test negano che il marchio individuale possa mai assolvere una funzione essenziale di garanzia qualitativa. – 4. Fiore di cotone nega ad un tempo che il marchio collettivo possa assolvere una funzione essenziale di garanzia qualitativa, attribuendo anche a quest’ultimo una funzione distintiva della provenienza dei prodotti o servizi dalle imprese aderenti ad un’organizzazione associativa. – 5. Fiore di cotone nega anche al marchio di certificazione una funzione essenziale di garanzia qualitativa, attribuendogli una funzione distintiva della provenienza del prodotto o servizio da imprese aderenti ad un sistema di controlli. – 6. La Corte assume l’esistenza di una funzione distintiva essenziale comune a tutte le tipologie di marchi, caratterizzata dall’imputabilità ad un unico centro decisionale di scelte di politica commerciale, funzionali a promuovere l’offerta di prodotti o servizi, che il pubblico può premiare o penalizzare in base alle proprie preferenze d’acquisto. – 7. La funzione distintiva dei marchi individuali va riferita all’assunzione di responsabilità delle qualità del prodotto o servizio. – 8. La funzione distintiva dei marchi collettivi e di certificazione non può essere riferita all’assunzione di responsabilità delle qualità di un prodotto o servizio “finito”, apprezzabili direttamente dal pubblico; la funzione distintiva può perciò essere assolta solo attraverso il deposito di un regolamento d’uso che documenti le scelte di politica commerciale promosse attraverso l’apposizione del marchio. – 9. La ricostruzione proposta è compatibile con il principio di libera trasferibilità del marchio e non sovrappone il titolo di riconoscimento della funzione distintiva alle conseguenze di questo riconoscimento. – 10. La giustificazione sistematica di Öko-Test: il marchio di raccomandazione può distinguere l’assunzione di responsabilità delle qualità del servizio di raccomandazione, non dei prodotti o servizi “finiti” raccomandati; l’impresa offerente i prodotti o servizi raccomandati non si assume la responsabilità del servizio di raccomandazione, non usa il marchio per quest’ultimo servizio, e non può essere perciò responsabile di atti di contraffazione confusoria relativi alla sua offerta. – 11. Conclusioni. La funzione distintiva come essenziale giustificazione “politica” della tutela del marchio nelle sue funzioni ulteriori.

Keywords: TrademarksTrademark functioncollective markscertification marks.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 649


Il diritto dell’economia: “dispute metodologiche e contrasti di valutazione” * (Andrea Tucci)

Abstract: Economic Law: “Methodological disputes and differing assessments” – This essay examines the problem of the scientific and educational autonomy of economic law from a historical perspective and in the context of the debate on particular branches of law. It concludes that economic law is not an autonomous branch of legal studies, although it is useful as an introduction to market regulation and for providing a general perspective on the analysis of regulated markets.  

Sommario: 1. “Diritto comune” e “diritti speciali”. 2. Il diritto dell’economia nella riflessione gius-commercialistica fra le due Guerre. 3. Il problema dell’autonomia scientifica del diritto dell’economia 4. “Metodo” e “sistema” nella riflessione di Mario Longo. 5. La visione “riduzionista”. 6. L’approccio “istituzionale”. 7. Diritto dell’economia e “diritto regolatorio”. 8. Contratto e regolazione del mercato. 9. Osservazioni conclusive.  

Keywords: Economic LawCommercial LawMarket Regulation.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 743


La rilevanza concorsuale della c.d. impresa del fallito (Massimo Rossi)

Abstract: The “new business” of the bankrupt – The paper deals with the issue of the “new business” of the bankrupt, critically illustrating the orientation of Italian jurisprudence, tending to consider the results deriving from the exercise of such business as fully opposable to the procedure, and suggesting, on the contrary, to adopt the analytical approach regarding acts and payments of the bankrupt: with the result, rather than affirming the inadmissibility of the debtor’s new business, of predicting its unenforceability against the procedure in progress, whose bodies will be able to enforce, therefore, the ineffectiveness of individual acts and payments in which the new business is specified. On the other hand, the abstract configurability, at least in fact, of a new business by the bankrupt requires to specify the discipline of its crisis and to answer the question of its “fallibilità”, which the paper proposes to consider normatively inadmissible and functionally unnecessary.  

Sommario: 1. Premessa. – 2. Gli orientamenti prevalenti – 3. Capacità giuridica e disciplina degli atti e dei pagamenti del fallito – 4. Utile dell’impresa e saldo di conto corrente – 5. Acquisizione di beni e utilità all’attivo concorsuale e rischio d’impresa – 6. Beni esclusi dall’attivo concorsuale e azienda – 7. Attività d’impresa e lavoro del debitore – 8. Il c.d. fallimento del fallito.  

Keywords: Bankruptcy LawExercise of a new business by the bankruptUnenforceability against the procedure.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 817


Brevi note in tema di forma scritta dei contratti bancarie riparto dell’onere della prova fra le parti del giudizio (Paolo Martino)

Sommario: 1. Il caso deciso e le “questioni di trasparenza” affrontate. – 2. L’attenuazione della forma scritta prevista ex art. 117, comma 2°, TUB – 3. La prova del credito ed il riparto dell’onere probatorio nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 827


Il regime dei finanziamenti postergati. tra esigibilità del rimborso e statuto della garanzia patrimoniale (Simone D'orsi)

Sommario: 1. La decisione e i tre principi di diritto. – 2. I finanziamenti postergati nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. – 3. Obbligo di rifiutare il rimborso. – 4. Mancanza dell’obbligo di eseguire il rimborso. – 5. Mancanza della pretesa. – 6. Nozione unitaria di «finanziamenti dei soci a favore della società». – 7. Postergazione e gradi della garanzia patrimoniale. Eseguibilità ed esigibilità del rimborso. – 8. Azioni creditorie e meccanismi di tutela verso il socio finanziatore. – 9. Ricadute gestorie della postergazione quale regola di (non) mero riparto. – 10. Postergazione (del grado) e subordinazione (dell’interesse).  

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 773


I costi dei risparmi. sulla sorte delle società a responsabilità limitata start-up innovative costituite con scrittura privata (Mario Stella Richter Jr)

Abstract: The costs of savings: the case of innovative start-up limited liability companies – The article deals with the peculiar case of the Italian so-called “innovative start-up limited liability companies”, which, at a certain point, were allowed to be incorporated by means of a private (i.e. unnotarized) deed, digitally signed, although through a ministerial decree which was later definitively annulled by a Council of State decision. This raises the need to precisely determine the consequences of such an annulment, which is considered as a hypothesis of supervening “nullity” of the company, and the ways in which this “nullity” can be rectified. The paper concludes with more general considerations about the actual cost of this kind of rough simplifications, aimed to obtain (illusory) savings.

Sommario: 1. Il regime speciale delle s.r.l. start-up innovative: la disciplina di rango primario. – 2. Segue: e quella di rango secondario. – 3. La illegittimità del d.m. 17 febbraio 2016: in un parere del 2016. – 4. Segue: nelle decisioni del giudice amministrativo. – 5. Le conseguenze della dichiarazione di illegittimità del decreto ministeriale: impossibilità di costituire società con scritture private sottoscritte digitalmente e “nullità” delle società così costituite. – 6. La eliminazione della causa di “nullità”. – 7. I veri costi dei finti risparmi. – Postilla.

Keywords: Innovative start-up limited liability companiesIncorporation by means of a private (i.eunnotarized) deed.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 625


Clausola simul stabunt simul cadent e controllo (Laura Schiuma)

Abstract: Simul stabunt simul cadent clause and corporate control - The 2003 company law reform regulated the so-called “simul stabunt simul cadent” clause, so that it is mainly said that now this clause, after the previous debate in which its validity was discussed, is still allowed. This work aims to open a new debate on the legitimacy of the clause (or, better, its possible declinations) with reasons other than those historically used (and perhaps abused), such as, for example, the (alleged) violation of Article 2383 of the Civil Code. To pursue this objective, the present work also addresses the problem of identifying “who has” the so-called “de facto” control in listed companies in the light of the clause simul stabunt simul cadent.

Sommario: 1. Finalità della clausola. – 2. Sua discussa legittimità nel diritto previgente e fine della discussione con la previsione testuale della stessa. – 3. Ancora sulla legittimità della clausola? o di alcune sue possibili declinazioni? – 4. Il controllo senza revoca degli amministratori. – 5. Il rinnovo parziale con voto di lista. – 6. Considerazioni conclusive.  

Keywords: Simul stabunt simul cadent clausecontrolcorporate controlappointing directorsremoving directorselection of directors.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 703


Problemi in materia di misure protettive nel codice della crisi * (Michele Centonze)

Abstract: Issues in protective measures in the Crisis Code – The paper deals with the temporary measures requested by the debtor in order to avoid that certain actions of the creditors could jeopardize, since the negotiation phase, the success of the initiatives taken for the regulation of the crisis or insolvency. In particular, the contribute is aimed to address some specific problems arisen from the new discipline provided by the Code.  

Sommario: 1. Premessa. – 2. Una sintetica illustrazione della disciplina delle misure protettive (“incidentali” e “anticipate”). – 3. Tipicità o atipicità delle misure protettive. Le “misure protettive necessarie per condurre a termine le trattative in corso” nella composizione assistita della crisi. – 4. Limitazione del campo di applicazione delle misure protettive: la “domanda di cui all’art. 40” (art. 54, comma 2). – 5. Il “patrimonio” del debitore oggetto di protezione. Il carattere flessibile delle misure protettive. – 6. La durata delle misure protettive.  

Keywords: Bankruptcy LawPlan of ReorganizationTemporary MeasuresAutomatic Stay.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 667


Il dialogo degli amministratori con gli azionisti dopo il codice di corporate governance (Giulio Sandrelli)

Abstract: The Board’s Dialogue with the Shareholders after the new Italian Corporate Governance Code – The new Italian Corporate Governance Code, approved in January 2020 (“Code”), recommends that «the board of directors of a listed company promotes dialogue with shareholders and other stakeholders which are relevant for the company, in the most appropriate way». (Art. 1, Principle IV). This article investigates whether, in the current regulatory framework and irrespective of the (non-binding) provisions of the Code, the directors of a listed company have a statutory duty to engage in a dialogue with their shareholders. The main argument to support the existence of a qualified “duty of dialogue” is based on the innovations introduced by Directive (EU) 2017/828 (so called “Shareholder Rights Directive II”) with respect to the role of institutional investors and asset managers. Such professional investors are required to interact with their investee companies (also through dialogue) and, in consideration of the “public interest” function that they are called to perform in the current European financial markets regulation, boards may be under a duty to “respond” to their concerns and address their queries, in the context of the general duty of care. Moving from this background, the first part of the article explores the possible contexts where the board’s “duty of dialogue” may be implemented, i.e. with respect to management decisions, corporate governance and ESG matters. In the second part, relying on the preliminary experience of the Italian companies that have already implemented the “dialogue provision” in the Code, the article addresses certain organizational issues related to the board’s dialogue, including the adoption and content of ad hoc policies, the identification of directors involved in the decisions to open (or refuse) the discussion, the modalities for conducting the meetings, and for ensuring confidentiality of information shared and equal treatment of the generality of shareholders.  

Sommario: 1. Il “dialogo” nel nuovo Codice di Corporate Governance. – 2. (Segue): le previsioni del Codice nel quadro di evoluzione delle interazioni tra amministratori e azionisti. – 3. Alla ricerca dei fondamenti di un “dovere di dialogo” degli amministratori. – 3.1. Assenza di norme di legge che codifichino un “dovere di dialogo” degli amministratori. – 3.2. Il potere di dialogo degli investitori professionali: dal “potere di fatto” al “potere dovere”. – 3.3. La posizione del consiglio di amministrazione rispetto al potere di dialogo degli investitori professionali. Gli ambiti del dialogo. – 3.3.1. Ambito strategico e gestorio. – 3.3.2. Ambiti di governo societario. – 3.3.3. Ambiti di responsabilità sociale dell’impresa. – 4. (Segue): investitori non professionali: il dialogo con la «generalità degli azionisti». – 4.1. Interlocuzioni con azionisti “rilevanti” (diversi dal socio di controllo). – 5. Alcuni profili di adempimento del “dovere” di dialogo. La funzione della “politica di gestione” e la competenza per la sua adozione. – 5.1. La conduzione degli incontri tra board e azionisti: fase di apertura. – 5.2. (Segue): i partecipanti al dialogo. – 5.3. (Segue): lo svolgimento del dialogo. Comunicazione di informazioni da parte dell’emittente, parità di trattamento e accountability. – 5.4. (Segue): la comunicazione di informazioni riservate. – 6. Dialoghi con non-soci e in particolare con i proxy advisors.  

Keywords: Listed CompaniesCorporate governanceEngagementBoard of directorsDuty of Dialogue with Shareholders.

Annata 2021 Fascicolo 4 Pagina 695


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ISSN 2532-9839 | 2532-9847
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