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FILTRI ATTIVI
Sommario: “Non prestare soldi e non fare debiti” (Shakespeare, Amleto, atto I, scena III) “La natura non ha creato l’uomo per altro che per prestare e prendere a prestito” (Rabelais, Gargantua e Pantagruel, libro III, cap.IV) (1)
Concordato preventivo e responsabilità patrimoniale del debitore*
Sommario: 1. Il problema. – 2. Gli orientamenti in dottrina e giurisprudenza. – 3. I cd. concordati con continuità soggettiva quale forma di destinazione parziale dei beni ai creditori e la loro ammissibilità. – 4. Il tradizionale argomento a sostegno dell’ammissibilità anche dei concordati liquidatori con cessione parziale dei beni e la sua insufficienza. – 5. Il concordato preventivo come fenomeno ex lege di separazione patrimoniale. – 6. Un ulteriore argomento: il concordato preventivo quale limitazione del debito e non della responsabilità. – 7. Le possibili obiezioni al risultato acquisito ed il loro superamento: concordati preventivi con destinazione parziale dei beni e ordine di distribuzione del patrimonio tra creditori e soci. – 8. Segue. Principio di maggioranza e limitazione del debito. 9. Sintesi delle conclusioni raggiunte e cenni sui possibili corollari applicativi. ---- (*) Intervento svolto nel convegno su “L’Impresa e il diritto commerciale: innovazione, creazione di valore, salvaguardia del valore nella crisi”, organizzato da “Orizzonti del Diritto Commerciale” (Roma, Università di Roma Tre, 21-22 febbraio 2014).
Sommario: (*) Rielaborazione, con aggiunta di note essenziali, del testo della relazione al convegno su “Il nuovo concordato preventivo”, tenutosi presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma tre in data 12 aprile 2013. Questo lavoro è dedicato al prof. Mario Libertini.
Concordato preventivo e voto del creditore con garanzia su beni del terzo
Sommario: 1. Garanzie sui beni del terzo ed esercizio del diritto di voto: lo stato della questione. – 2. (segue) La stratificazione normativa: l’interpretazione dell’art. 834 del codice di commercio del 1882. L’art. 14 della legge 24 maggio 1903, n. 197 e la “prospettiva” di Bolaffio. – 3. Soddisfazione dei creditori e diritto di voto nel concordato preventivo. – 4. (segue) L’analisi delle ragioni di esclusione dal voto: l’irrilevanza dell’interesse del creditore ed il concorso sul patrimonio del debitore. – 5. (segue) Costituzione in pegno delle quote della società proponente e legittimazione al voto. – 6. Le linee perimetrali della soluzione accolta. Trasferimento a terzi dei beni vincolati ed esclusione del voto.
Il diritto societario a dieci anni dalla riforma tra classico e moderno*
Sommario: 1. Obiettivi e risultati della riforma.– 2. Il rapporto tra organizzazione e individuo nella società per azioni tra “classico” e “moderno”. – 3. La stabilizzazione dell’agire nella società: a) l’atto costitutivo; b) le deliberazioni assembleari. – 4. (Segue) e nel gruppo. – 5. L’accentuazione della prevalenza delle ragioni dell’organizzazione su quelle individuali. – 6. I risvolti sull’interesse sociale. ----- (*) Il presente scritto, destinato agli Studi in onore del prof. Pietro Abbadessa, riprende la relazione tenuta al Convegno Il codice civile ha 70 anni ma non li dimostra, tenutosi presso la Corte di Cassazione e l’Università degli Studi Roma Tre il 7-9 marzo 2013.
Concordato con continuità aziendale, Absolute priority rule e new value exception*
Sommario: 1. Premessa. Impresa in crisi, continuità aziendale e interesse dei creditori. – 2. Forme e meccanismi di tutela dell’interesse dei creditori. – 3. Absolute priority rule e best interest of creditors test: ovvero, della differenza tra rispetto del sistema di graduazione dei crediti e convenienza economica della proposta – 4. Soci versus creditori concorsuali: la dottrina della new value exception. (*) Si desidera ringraziare i professori Alessandro Nigro, Giuseppe Ferri jr. e Lorenzo Stanghellini per aver letto lo scritto quando lo stesso era ancora in versione provvisoria e per aver contribuito, con i loro suggerimenti, a migliorarlo.
Sommario: 1. Il concordato preventivo e gli accordi di ristrutturazione nel contesto delle soluzioni negoziali alla crisi di impresa: opportunità di una trattazione congiunta. – 2. Utilità del loro inserimento nel sistema dei tradizionali negozi di destinazione alla liquidazione. – 3. Ipotesi (fallace) di un accostamento fondato sulla comune natura negoziale. Il dibattito circa la natura giuridica del concordato e la sua recente riemersione. – 4. Cass., sez. un., n. 1521 del 2013: l’àmbito del controllo del Tribunale e la «causa concreta del procedimento». – 5. Il superamento del rigido inquadramento (strutturale) nella categoria del negozio o del procedimento, in favore di una lettura (funzionale) dell’atto di autonomia inserito nel suo quadro sistematico. – 6. Attenuazione delle distinzioni legate alla struttura in chiave di osmosi delle discipline: l’esempio paradigmatico della cessione dei beni concordataria e le problematiche connesse alla non esaustività della disciplina. – 7. Accostamento funzionale tra concordato e cessioni liquidative. Estensione del risultato raggiunto agli accordi di ristrutturazione: analoghe problematiche di qualificazione e ricadute applicative. – 8. Critica alla scelta in favore della negozialità fondata sulla mancanza degli elementi comuni alle tradizionali procedure concorsuali: concorsualità come conseguenza di una situazione anomala oggettiva di beni considerati nell’unità della loro destinazione. – 9. L’accordo di ristrutturazione come procedura concorsuale che realizza la stessa funzione del concordato con struttura diversa. – 10. Prime ricadute applicative in chiave rimediale: analogo controllo del Tribunale (nel concordato e negli accordi) sull’esercizio dell’autonomia negoziale nel sistema della responsabilità patrimoniale. – 11. Ulteriori ricadute applicative: in particolare la tutela degli aderenti e l’opzione (più adeguata) della risoluzione concordataria. – 12. La tutela dei non aderenti: insufficienza rispetto alla stabilità delle attribuzione degli aderenti. La difficile ricerca di un riequilibrio: nel contesto della procedura concorsuale … – 13 ... della disciplina generale del contratto e delle cessioni liquidative. Dubbi di legittimità costituzionale – 14. Gli atti compiuti in violazione del piano. Applicazione delle soluzioni elaborate in materia di cessioni liquidative. ---- (*) Relazione presentata al convegno «Attività di liquidazione e tutela dei creditori» tenutosi a Camerino nei giorni 20 e 21 settembre 2013.
Dieci anni dopo: ancora incertezze sull’arbitrato societario. Il caso della società semplice
Sommario: ARBITRATO – Arbitrato societario ex d.lgs. 5/2003 – Società semplice – Applicabilità – Esclusione.
La gestione collettiva del risparmio a quindici anni dal TUF
Sommario: Sommario (1): 1. Le SGR e la gestione collettiva di fronte ai nuovi “gestori alternativi”. – 2. Gli altri soggetti autorizzati a svolgere il servizio di gestione collettiva. – 3. Il fondo comune di investimento. – 3.1 La “natura giuridica” del fondo: una questione (utilmente) riaperta? – 4. Il partecipante al fondo e la sua limitata voice. – 5. La banca depositaria (rectius, il depositario).
Sommario: 1. Premessa. – 2. Direzione degli scambi e tipologia delle cooperative. – 2.1. Rilevanza meramente fiscale delle cooperative a mutualità prevalente. – 2.2. Rapporto tra operatività prevalente con i soci e attribuzione della qualifica di C.M.P. – 2.3. C.M.P. e agevolazioni fiscali. – 2.4. Conclusioni. – 3. Cooperative e condizioni degli scambi. – 3.1. Realizzazione dello scopo mutualistico e condizioni degli scambi con i soci. – 3.2. Parità di trattamento tra i soci e condizioni di scambio con i terzi. – 4. Connotati e rilevanza della categoria delle O.N.L.U.S. – 4.1. La direzione degli scambi nelle O.N.L.U.S. – 4.2. Le condizioni degli scambi nelle O.N.L.U.S. – 4.3. O.N.L.U.S. e cooperative : l’intreccio tra categorie civilistiche e categorie tributarie. – 4.4. O.N.L.U.S. e cooperative sociali. – 4.5. Conclusioni sull’intreccio tra regole privatistiche e regole tributarie. – 5. Connotati e rilevanza delle categoria delle imprese sociali. – 5.1. Direzione e condizioni degli scambi nelle imprese sociali. – 6. Direzione e condizioni degli scambi nelle associazioni del Libro I del codice civile. – 6.1. Direzione e condizioni degli scambi e qualifica tributaria di ente non commerciale. – 6.2. Direzione e condizioni degli scambi e qualifica d’impresa ex art. 2082, c.c. * Rielaborazione di un intervento al Seminario su “La rilevanza degli scambi tra mercato e terzo settore. Le cooperative, gli enti non commerciali e gli enti non lucrativi”, tenutosi all’Università di Foggia il 15 marzo 2013 nell’ambito di una ricerca PRIN.
L’imprenditore agricolo esercente attività commerciale nel nuovo diritto concorsuale
Sommario: 1. La collocazione sistematica dell’imprenditore agricolo nel nuovo ordinamento concorsuale “binario”. – 2. Il dibattito sull’estensione del concorso fallimentare alle imprese agricole: a) prima della codificazione del 1942. – 3. (Segue): b) nei primi cinquant’anni di vigenza della legge fallimentare. – 4. (Segue): c) dopo l’ampliamento della fattispecie dell’imprenditore agricolo. – 5. L’attrazione dell’impresa agricola nell’orbita fallimentare nei progetti di riforma del 2000-2004. – 6. Le scelte conservatrici del legislatore del 2005-2007. Le prevalenti reazioni critiche e l’art. 23, comma 43, della l. 6 luglio 2011, n. 98. – 7. L’imprenditore agricolo nella prima e nella seconda versione della legge 27 gennaio 2012, n. 3. – 8. Le persistenti perplessità sul trattamento della crisi delle imprese agricole. – 9. La falsa contrapposizione fra attività commerciali e attività agricole. – 10. L’attività «industriale» diretta alla produzione di beni o servizi e l’impresa agricola. – 11. L’attività intermediaria nella circolazione dei beni e la commercializzazione di prodotti agricoli.
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