Rivista del Diritto Commerciale e del diritto generale delle Obbligazioni

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Annata 1962
Fascicolo 1-4
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Sulla impugnabilità del provvedimento che respinge la nomina di un curatore speciale (CARLO DAL VERME)

Sommario: Conflitto di interessi. Decreto del Presidente del Tribunale ai sensi dell'art. 80 del cod. proc. civ. Reclamo al Presidente della Corte di Appello. Improponibilità.

Annata 1962 Fascicolo 1-4 Pagina 72


Servitù ed obbligazione (BIONDO BIONDI)

Sommario: Vincoli edilizi nelle vendite a lotti delle aree fabbricabili.

Annata 1962 Fascicolo 1-4 Pagina 106


Socio receduto e fallimento (FAUSTO MARIANI)

Sommario: Società. Socio receduto. Inestensibilità. Mancata pubblicità del recesso. Irrilevanza.

Annata 1962 Fascicolo 1-4 Pagina 60


Momenti e profili giuridici dell'azionariato popolare (REMO FRANCESCHELLI)

Sommario: 1. Come in Italia l'azionariato sia alquanto ristretto e come limitato sia l'intervento degli azionisti alle assemblee di bilancio. -- 2. L'allargamento della base azionaria ed alcuni testi legislativi italiani ispirati a tale obiettivo. -- 3. Carenza legislativa in ordine alla concreta attuazione dell'allargamento, su base popolare, dell'azionariato italiano. Esame dei relativi conati legislativi e dottrinari. -- 4. Esempi, tratti dalla prassi societaria italiana, di distribuzione di azioni tra i dipendenti. -- 5. L'azionariato dei dipendenti in altri paesi. -- 6. Esempi italiani di diffusione delle azioni tra gli utenti di servizi della società. -- 7. Mentre non ci sono esempi di vero e proprio azionariato popolare in Italia, ve ne sono di cospicui in Germania: la " privatizzazione " della Preussag e della Volkswagen. 8. Precisazione in ordine al problema tipico dell'azionariato popolare, inteso come quello di determinare interessamento, partecipazione, solidarietà di interessi tra pubblico e organismi produttivi e di invogliare il risparmio popolare all'investimento. -- 9. Distinzione del problema in esame dal problema della partecipazione diretta dei lavoratori agli utili dell'impresa. -- 10. Caratteristiche che le azioni possono assumere onde raggiungere l'intento di " legare " i loro titolari alla società. -- 11. Significato e portata dell'azionariato popolare in contrapposto all'azionariato operaio: in particolare come i due termini siano in rapporto di genere a specie e come una specie dell'azionariato popolare possa considerarsi anche l'azionariato degli utenti. - 12. Si passa a considerare il momento genetico e quello funzionale del problema in esame. - 13. Il momento genetico. Come concretamente si attuino le ricordate forme di distribuzione popolare delle azioni. - 14. Trasformazione da società di tipo diverso a società per azioni. - 15. Emissione di azioni nuove o distribuzione di azioni tecnicamente non in circolazione. - 16. Il numero delle azioni da impiegare a tale scopo deve essere predeterminato e disponibile. - 17. Non può trattarsi di società che si costituiscono attualmente. 18. Non si è mai data, né si può pretendere la cessione da parte di privati, delle loro azioni per scopi di azionariato popolare, rispondendo questo ad esigenze e disegna di politica economico-sociale, propri dello stato. - 19. Il problema della prova dei requisiti che si richiedono nei sottoscrittori delle azioni popolari. - 20. Facilitazioni che possono essere concesse per l'acquisto delle azioni e problemi relativi. - 21. Il momento funzionale. Il problema di favorire il permanere della proprietà azionaria nei beneficiari delle distribuzioni di azioni popolari ed operaie. Come non sia opportuna la sottoposizione della circolazione di tali azioni a vincoli particolari. - 22. Privilegi e agevolazioni di cui potrebbero opportunamente godere le azioni in esame. - 23. Del voto relativo a tali azioni. - 24. Come il problema dell'azionariato popolare o operaio tocchi la struttura stessa del diritto della società.

Annata 1962 Fascicolo 1-4 Pagina 1


Fallimento di imprenditore individuale e società di fatto sottostante (GIUSEPPE GRECHI)

Sommario: Fallimento del singolo. Successivo fallimento della società. Decorrenza. Fallimento di società con soci a responsabilità illimitata. Successivo fallimento di altri soci. Correzione della prima sentenza. Esclusione. Fallimento del singolo. Successivo fallimento di altri soci. Decorrenza.

Annata 1962 Fascicolo 1-4 Pagina 25


Volgarizzazione del marchio e uso di marchio altrui in funzione descrittiva (ADRIANO VANZETTI)

Sommario: I. Indagine storica. -- 1. Avvertenza terminologica. -- 2. Origini del problema. -- 3. Le prime sentenze: interferenza del diritto sulle invenzioni. -- 4. Interferenza del diritto al nome. -- 5. Prime affermazioni della possibilità di " ca-duta di un marchio nel pubblico dominio ". -- 6. Funzione di regolamento d'interessi attribuita originariamente alla volgarizzazione: l'elemento del " fatto proprio " del titolare del marchio. -- 7. Il " fatto proprio " del titolare e la finzione della rinunzia o dell'abbandono. -- 8. Conclusioni dell'indagine storica. -- II. Interessi in gioco. -- 9. Influenza sull'interpretazione dell'istituto della diversa valutazione degli interessi in gioco. -- 10. L'interesse degli imprenditori concorrenti. -- n. L'interesse del titolare del segno.-- 12. Altri interessi che vengono in considera-zione. -- 13. Conclusioni della valutazione degli interessi. -- 14. Lo spettro del monopolio. -- III. Situazione attuale: tesi oggettiva e sua critica. -- 15. Precedenti immediati della situazione attuale: progressiva decantazione e precisazione del problema. -- 16. Primo delinearsi del contrasto fra dottrina e giurisprudenza. -- 17. La volgarizzazione nel R. D. 13 settembre 1934, n. 1602. -- 18. Il R. D. 29 giugno 1942, n. 629 e le attuali posizioni della dottrina e della giurisprudenza. -- 19. Le tre tesi sostenute in tema di volgarizzazione. -- 20. La tesi oggettiva: origini. - 21. La tesi dello Sraffa. - 22. La prima tesi dell'Ascarelli. -- 23. Valutazione di queste due tesi. - 24. La tesi oggettiva. - 25. Critiche. - 26. L'asserito contrasto fra la tesi oggettiva e i principi generali dell'ordinamento giuridico. - 27. Il principio che nemo de improbitate sua consequitur actionem. - 28. Il principio che ciascuno deve poter difendere i propri diritti. - 29. L'asserita inesistenza di diritti il cui esercizio sia causa della loro perdita. - 30. Il contrasto fra la tesi oggettiva e i principi fondamentali della disciplina dei marchi. - 31. Il problema della prova della generalizzazione nella tesi oggettiva. - 32. La tesi oggettiva e la lettera dell'art. 41, n. 1 l. s. - 33. Critica dell'interpretazione fornita dalla tesi oggettiva dell'espressione legislativa " diventare denominazione generica di un prodotto ". - 34. Critica del riferimento della tesi oggettiva alla classificazione del marchio fra i beni immateriali. - 35. Critica del riferimento all'art. 6 B 2 della Convenzione d'Unione. - 36. Conclusioni sulla tesi oggettiva. - 37. Preoccupazioni che essa suscita nei suoi stessi sostenitori. - IV. Indagine comparatistica. - 38. La volgarizzazione nella dottrina e nella giurisprudenza francesi. - 39. La dottrina e la giurisprudenza svizzere. - 40. La posizione tedesca. - 41. La volgarizzazione negli U.S.A. - V. Tesi soggettiva, tesi intermedia e posizione della giurisprudenza. - 42. La tesi soggettiva. - 43. Critica. - 44. La tesi soggettiva e la finzione dell'abbandono ". - 45. Tesi soggettiva e termine di prescrizione. - 46. Conclusioni sulla tesi soggettiva. - 47. La tesi intermedia. - 48. La pluralità di imprenditori che fabbricano e smerciano il prodotto come presupposto della generalizzazione. - 49. Le usurpazioni del marchio come presupposto della generalizzazione. - 50. L'inattività del titolare come presupposto della generalizzazione. - 51. La dimostrazione dell'Auletta: critica. - 52. La dimostrazione dell'Asquini: critica. - 53. Analisi dell'espressione legislativa: " diventare denominazione generica di un prodotto ". - 54. Segue: il riferimento alla situazione de scritta dall'art. 18, n.2 l. s. - 55. L'inattività del titolare come elemento essenziale della trasformazione di un marchio in denominazione generica. - 56. L'inattività del titolare come autonomo elemento costitutivo della fattispecie, - 57. Il nuovo indirizzo giurisprudenziale. - 58. La sentenza della Corte di Appello di Genova del 10 luglio 1957, -59. Distinzioni fra il nuovo indirizzo giurisprudenziale e la tesi intermedia. - 60. Critica della motivazione addotta dalla giurisprudenza a sostegno della propria tesi. - 61. Possibilità di suffragare quella tesi con diversa motivazione - 62. Accostamento sistematico della volgarizzazione alla decadenza per non uso. - 63. Giustificazioni di questo accostamento. - 64. Il riferimento del Mossa alla Verwirkung. - 65. Conclusioni finali. - VI. Uso del marchio altrui in funzione descrittiva del prodotto. - 66. L'interesse tutelato dall'istituto della volgarizzazione. - 67. La tutela degli interessi antimonopolistici dei concorrenti in caso di generalizzazione di un marchio. - 68. Le indicazioni dello Sraffa, dell'Ascarelli e della prassi americana, - 69. La distinzione fra marchio e denominazione del prodotto. - 70. Concetto di contraffazione e uso di marchio altrui in funzione descrittiva del prodotto. - 71. Precedenti che suffragano la tesi esposta. - 72. Conclusioni.

Annata 1962 Fascicolo 1-4 Pagina 20


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ISSN 2532-9839 | 2532-9847
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